A Bologna la prima study visit di RegionArts: un riepilogo delle due giornate
Durante le giornate del 2 e 3 ottobre ASTER ha ospitato a Bologna la prima study visit di RegionArts.
Il progetto, cofinanziato dal programma Interreg Europe, intende promuovere l’interazione tra la sfera culturale e creativa e l’ICT per stimolare processi di innovazione a supporto del sistema produttivo. Un argomento che deve essere sviluppato e affrontato concretamente dalle politiche regionali.
Circa 30 partecipanti si sono riuniti per esaminare il tema focale del primo incontro: l’analisi dei policy instrument di ciascuna delle regioni partner.
La prima mattina di lavori ha posto al centro della discussione Bologna, il suo contesto territoriale, i progetti europei di cui ASTER e la Regione Emilia-Romagna sono partner, nonché due best practice nostrane: la Cineteca di Bologna e il Progetto Incredibol!, due realtà affermatesi anche livello internazionale grazie all’implementazione di strategie di successo nel settore delle industrie culturali e creative.
Successivamente, si è tenuta la prima parte del learning workshop che si è aperto con il discorso introduttivo di Philippe Kern (KEA European Affairs) seguito dalle prime presentazioni dei policy instrument delle regioni partner volte a presentarne gli obiettivi, l’implementazione, il monitoraggio nonché i risultati raggiunti.
Il confronto tra i partner ha sollevato alcune questioni complesse che caratterizzano il settore ICC: l’importanza di supportare i creativi nel comprendere le logiche di mercato e nel vendere le proprie creazioni. Un necessità attuale che si scontra frequentemente con la riluttanza dell’artista a far parte del tessuto imprenditoriale. In questo contesto, come si può garantire la sostenibilità economica di questi talenti in modo che possano continuare a produrre e dare spazio alla loro creatività?
Bisogna aiutare imprese e operatori economici afferenti a diversi ambiti a comprendere il valore aggiunto che le soluzioni artistiche e l’estro possono apportare all’interno delle filiere più tradizionali, favorire processi di open innovation, incoraggiare i diversi attori del territorio a dialogare in modo costruttivo.
La seconda giornata si è svolta presso Serre di Aster, durante la quale i partner hanno continuato il discorso iniziato il giorno precedente. La sessione si è conclusa con suggerimenti su come attuare il processo di revisione dei programmi operativi regionali nelle regioni partner.
Grazie a questo primo scambio di esperienze sia i partner che gli stakeholder presenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi su opinioni e visioni, discutere delle peculiarità relative al settore culturale ed elaborare alcune riflessioni e bisogni:
- Attivare dinamiche di open innovation e cross-over tra imprese e player afferenti ad ambiti diversi. Vi è la necessità di ascoltare i bisogni degli artisti, capire i risultati che vogliono raggiungere e trovare il giusto matchmaking con potenziali imprese con le quali possano instaurare delle collaborazioni.
- Capire quali sono le risorse a disposizione attraverso la mappatura delle persone, delle imprese, delle amministrazioni per poter stabilire relazioni costruttive tra il gruppo eterogeneo di attori coinvolti.
- Coinvolgere i cittadini, un key driver fondamentale per attirare l'attenzione dei policy maker in merito al progetto e alle sue iniziative. Il cittadino, consumatore di arte e di cultura, è testimone dell'importanza, dell'efficacia e del ruolo che i creativi e gli artisti hanno all'interno di progetti innovativi.
- Utilizzare diversi strumenti (metodologie, framework, linguaggi) per dialogare con gli stakeholder locali e interagire in modo efficace. Il ruolo del moderatore, o intermediario, è necessario: una figura che possa comprendere le peculiarità del mondo creativo contestualmente alle dinamiche di quello imprenditoriale e mantenga alta l’attenzione degli stakeholder e il loro impegno (coinvolgendo anche altri attori quali università, centri di ricerca, scuole di design...)
- Cambiare il mindset. Viene riscontrata la necessità di modificare il modo in cui sia il settore pubblico che quello privato percepiscono l’arte e l’ICT: questi due ambiti possono apportare un forte contributo in termini di innovazione a beneficio sia del territorio che delle attività produttive. Questo può avvenire anche ribaltando la composizione dei cluster: includendo artisti e altri attori.